Conoscere la differenza tra cellulite e ritenzione idrica è importante per mettere in campo i rimedi migliori per contrastarle. Se per gli specialisti è un dato di fatto che questi disturbi non siano la stessa cosa, ai meno esperti la distinzione può non essere del tutto chiara.
Ciò che accomuna cellulite e ritenzione idrica è che sono entrambe correlate al funzionamento del sistema circolatorio venoso e linfatico. Quando questi sistemi subiscono alterazioni o squilibri, possono causare l’accumulo di liquidi nei tessuti sottocutanei o provocare ristagni ed edemi.
Mentre la ritenzione idrica è un disturbo temporaneo che, se non trattato, può contribuire alla comparsa della cellulite, quest’ultima è una patologia vera e propria dovuta a un’alterazione del tessuto sottocutaneo e può diventare una condizione permanente.
Cellulite
La cellulite è una patologia che si manifesta con la comparsa di buchi o fossette irregolari sulla pelle. È causata da un’infiammazione del tessuto adiposo sottocutaneo, che provoca l’aumento del numero e del volume delle cellule di grasso e la fibrosi del tessuto connettivo, conferendo quel tanto odiato aspetto a buccia d’arancia della pelle.
Il principale responsabile della comparsa della cellulite è il cattivo funzionamento del sistema circolatorio venoso e di quello linfatico. Quando questi sistemi non riescono ad assolvere alla loro funzione nel modo corretto, il ristagno di liquidi aumenta, lo stato infiammatorio del tessuto sottocutaneo si aggrava e l’aspetto della cellulite peggiora.
Altre concause del disturbo, di natura genetica, ormonale, vascolare, alimentare o comportamentale, sono:
- iperattività ormonale;
- fragilità capillare;
- rallentamento del flusso sanguigno;
- stress;
- cattive abitudini alimentari;
- indossare scarpe con tacchi alti o vestiti troppo stretti;
- stile di vita sedentario;
- assunzione di determinati farmaci, come la pillola anticoncezionale.
La cellulite può essere localizzata in aree circoscritte, come fianchi, cosce, glutei, braccia o addome, o diffusa, ovvero interessare aree più estese del corpo. Può manifestarsi in forme diverse, che variano in base allo stadio di sviluppo del disturbo, che può essere:
- edematoso, caratterizzato da una sensazione di gonfiore alle gambe e da edemi provocati dal ristagno di liquidi;
- fibroso, quando si formano piccoli noduli percepibili al tatto che conferiscono alla pelle l’aspetto a buccia d’arancia. I tessuti iniziano a degenerare, mentre la cattiva circolazione e il ristagno di liquidi comportano un rigonfiamento delle cellule del tessuto adiposo. Allo stesso tempo, il tessuto connettivo si ispessisce, diventando più rigido e meno permeabile;
- sclerotico molle, quando i noduli diventano dolorosi al tatto e la pelle risulta molle e flaccida;
- sclerotico, caratterizzato da noduli di grandi dimensioni, pelle dolorosa e aspetto a buccia d’arancia molto pronunciato.
Nonostante la cellulite venga considerata un inestetismo, se non trattata, può diventare una condizione permanente e trasformarsi in un problema di salute. La crescita esagerata delle cellule che compongono il tessuto adiposo sottocutaneo, infatti, può compromettere in via definitiva la circolazione venosa e linfatica, comprimere i nervi e causare sensazioni anche molto dolorose.
Peggiora lentamente ma in modo progressivo: è questo che rende la cellulite un disturbo insidioso da contrastare. Se lo stadio di sviluppo non è molto avanzato, si può intervenire con creme, integratori e altri trattamenti topici da eseguire in autonomia. Nei casi più gravi, invece, potrebbe rivelarsi necessario ricorrere a trattamenti estetici professionali, come linfodrenaggio, carbossiterapia o mesoterapia.
Altre strategie efficaci per ridurre o contrastare la cellulite riguardano lo stile di vita. Seguire una dieta sana ed equilibrata, povera di sale e ricca di liquidi, e fare esercizio fisico regolare a bassa intensità sono atteggiamenti virtuosi che possono contribuire a potenziare gli effetti dei trattamenti anticellulite.
Ritenzione idrica
Sebbene ci sia differenza tra cellulite e ritenzione idrica, anche quest’ultima è causata dal cattivo funzionamento del sistema circolatorio venoso e linfatico.
Il disturbo si manifesta quando c’è un ristagno di liquidi nel tessuto adiposo sottocutaneo. L’alterata circolazione venosa e linfatica causa la formazione di edemi, che possono ostacolare il corretto funzionamento della circolazione. Un circolo vizioso che, a sua volta, provoca la fuoriuscita e l’accumulo di liquidi nel tessuto sottocutaneo, che si gonfia esercitando pressione sul tessuto circostante.
Se gli edemi non sono transitori ma ristagnano per lungo tempo possono causare l’ipertrofia degli adipociti e un’infiammazione a carico del tessuto adiposo sottocutaneo, contribuendo alla comparsa della cellulite.
Altre cause all’origine del disturbo sono:
- carenza di nutrienti essenziali;
- gravidanza;
- circolazione venosa insufficiente;
- assunzione di farmaci che influiscono sulla ritenzione di liquidi;
- squilibri ormonali;
- scarsa attività fisica;
- postura scorretta (stare troppo tempo in piedi, accavallare a lungo le gambe, appoggiare male la pianta del piede);
- vestiti troppo stretti.
Nella maggior parte dei casi, si tratta di cause associate a condizioni passeggere che fanno dilatare i vasi sanguigni, comportano un momentaneo ristagno di liquidi nell’organismo, alterano gli equilibri idrolitici del corpo e impediscono il libero fluire della circolazione sanguigna.
Alla base della ritenzione idrica, però, può esserci una patologia vera e propria. I segni attraverso cui si manifesta il disturbo, infatti, possono indicare la presenza di un problema a carico del cuore o dei reni o essere dovuti ad allergie o infiammazioni. Tra le patologie più comuni associate alla ritenzione idrica ci sono artrite, insufficienza renale, cirrosi epatica e ipotiroidismo.
Come riconoscere la differenza tra ritenzione idrica e cellulite? Prestando attenzione ai sintomi. La prima si manifesta nelle zone del corpo predisposte all’accumulo di grassi, come cosce, glutei e addome, ed è tipicamente associata a una sensazione di gonfiore e pesantezza alle gambe, estremità degli arti fredde, assenza di buchi, fossette o pelle a buccia d’arancia nella zona interessata dal gonfiore e pelle molle e gommosa al tatto.
Per accertarsi che il nemico da contrastare sia la ritenzione idrica e non la cellulite, è possibile eseguire un test, esercitando una leggera pressione sulla zona interessata e osservando se diventa pallida prima di tornare al suo colore originario.
La ritenzione idrica può essere contrastata adottando alcuni accorgimenti:
- fare attività fisica a bassa intensità ogni giorno per migliorare la circolazione ed eliminare liquidi in eccesso e tossine;
- seguire una dieta sana ed equilibrata, ricca di liquidi e povera di sale, per favorire il microcircolo;
- idratarsi regolarmente per favorire l’eliminazione dei liquidi in eccesso;
- assumere integratori drenanti e detossinanti, che favoriscono il naturale riassorbimento dei liquidi accumulati nel tessuto adiposo sottocutaneo;
- utilizzare prodotti cosmetici che contengono principi attivi drenanti, utili per stimolare il sistema linfatico e sanguigno, ridurre il gonfiore e donare alla pelle un aspetto tonico e levigato.
Se la causa del disturbo è una patologia, ripensare il proprio stile di vita potrebbe non essere sufficiente. In queste circostanze, infatti, è consigliato rivolgersi al proprio medico curante e attenersi alle terapie, farmacologiche e non, da lui prescritte per contrastare la ritenzione idrica ed evitare che degeneri nella cellulite.